Lo Jidai Matsuri è uno dei festival più importanti di Kyoto, dove viene celebrato ogni anno il 22 di ottobre, il giorno in cui ricorre l'anniversario della fondazione della città. Il clou della festa è rappresentato dal Jidai Gyoretsu, una parata alla quale prendono parte oltre duemila figuranti, vestiti con abiti tradizionali che testimoniano le varie epoche, a partire dalla restaurazione Meiji (1868-1912) e a ritroso fino al periodo Heian (794-1185).
LE ORIGINI DEL FESTIVAL
Si tratta di un festival relativamente recente: si tenne per la prima volta nel 1895, quando fu istituito con l’intento di ridare lustro alla città di Kyoto, a seguito del trasferimento della capitale a Tokyo, che avvenne nel 1868. Jidai Matsuri si pone l’obiettivo di celebrare l'immenso patrimonio storico-culturale della città, attraverso un’imponente parata storica in costume che consente a residenti e turisti di rivivere per alcune ore la vita dell’antica capitale.
COME SI SVOLGE
Il corteo parte a mezzogiorno dal Palazzo Imperiale, e procede per circa quattro chilometri, fino al santuario shintoista di Heian Jingu. Un santuario, quest'ultimo, che è considerato l'emblema del patriottismo poiché è stato costruito in memoria dei due Imperatori più cari al popolo giapponese, Kammu e Komei, i quali contribuirono a cambiare il volto della città con le loro riforme in ambito scolastico e commerciale. E proprio in testa alla parata che conduce al santuario si trovano i mikoshi (santuari portatili) dedicati ai due Imperatori.
Li seguono a ruota i commissari onorari del festival, a bordo di carrozze trainate da cavalli nello stile di metà ‘800, e di lì il corteo si dipana in ordine cronologico inverso, dal periodo Meiji fino al periodo Heian, attraverso circa venti gruppi tematici, che permettono di riscoprire, era dopo era, i personaggi che hanno contribuito alla storia della città. I figuranti sono accompagnati dalla musica di tamburi e flauti, che insieme agli oltre 12.000 reperti storici utilizzati, consentono agli spettatori di immergersi completamente nell’atmosfera delle epoche passate.
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