Guidare in Giappone

In Giappone i treni sono eccezionali, affidabili, puntualissimi e naturalmente più sostenibili a livello ambientale. L’auto, al contrario, è spesso solo un fardello costoso, parcheggiare in città è difficile e i limiti di velocità molto bassi (60 km/h sulle strade, 80/100 km/h sulle autostrade) rendono gli spostamenti lunghi e, a volte, tediosi.

L’auto è però quasi indispensabile per visitare le zone più remote del paese, specie per coloro che desiderano spostarsi con una maggiore libertà.

 

PATENTE INTERNAZIONALE

Per guidare in Giappone vi servirà una patente internazionale rilasciata ai sensi della convenzione di Ginevra del 1949. Quest’ultima consiste in un libretto in cartoncino con traduzioni di parti della patente italiana, alla quale andrà sempre accompagnata. Fate molta attenzione, senza l’originale non ha alcun valore. Per ottenere la patente internazionale è sufficiente presentarsi presso la motorizzazione in Italia con la seguente documentazione:

  • Modello TT 746 
  • Fotocopia fronte-retro della patente di guida in corso di validità
  • Due fototessere, ovviamente recenti (di cui una va autenticata all’anagrafe del proprio Comune)
  • Attestazione del versamento di € 10,20 sul c/c 9001 (bollettino in posta o alla Motorizzazione)
  • Attestazione del versamento di € 16,00 sul c/c 4028 (bollettino in posta o alla Motorizzazione)
  • Marca da bollo da € 16,00 (acquistabile in tabaccheria)

Una volta consegnata la documentazione dovreste ricevere la patente nel giro di una settimana. Il documento ha una validità pari ad un anno, e quindi è ideale per tutti i turisti e residenti di breve durata. Prestate attenzione alla scadenza della vostra patente italiana: se il documento di guida scade prima di un anno, allora anche la patente internazionale scadrà automaticamente prima. Una volta scaduta non si può riattivare da subito, è necessario tornare in patria per almeno tre mesi consecutivi per poter poi ripetere la procedura di emissione.

 

PATENTE GIAPPONESE

Gli italiani che risiedono in Giappone, invece, sono tenuti a fare la conversione della patente italiana in quella giapponese. Per effettuare questa conversione non dovrete sostenere alcun tipo di esame, a patto che abbiate vissuto in Italia almeno per tre mesi consecutivi dalla data di rilascio della vostra patente originale. Recatevi presso la motorizzazione (運転免許セン ター) della prefettura nella quale risiedete per effettuare il cambio, per il quale dovrete pagare un importo che oscilla tra i 4.000 e 5.000¥, con i seguenti documenti:

  • Passaporto
  • Carta di residenza giapponese (在留カード)
  • Copia ufficiale del certificato di residenza (住民票)
  • Patente di guida italiana in corso di validità
  • Traduzione ufficiale della patente italiana; ci si può rivolgere alla JAF (Japan Automobile Federation), all’ambasciata o al consolato.
  • Una fototessera recente

Consegnati tutti i documenti vi faranno alcune domande circa il conseguimento della patente in Italia, niente di particolarmente complicato ma nel caso non abbiate una buona padronanza in lingua giapponese è necessario farsi accompagnare da qualcuno che lo parli o meglio ancora un madrelingua. Come ultimo step vi sottoporranno ad un semplice controllo alla vista e una volta passato vi verrà consegnata la patente giapponese. Di solito in mezza giornata si conclude il tutto.

 

ALLA GUIDA

In Giappone si guida a sinistra e il volante è posizionato sul lato destro dell’abitacolo, un dettaglio non indifferente almeno per le prime volte che si guida. Per non rischiar già da subito di incorrere in spiacevoli contravvenzioni, o nei casi più gravi al ritiro della patente, è bene seguire alcune regole basilari:

  • L’età minima per mettersi al volante è 18 anni
  • È praticamente vietato guidare dopo aver bevuto dato che il limite è di 0,2 g/l
  • Rispettate i limiti di velocità (es. 50-60 km/h sulle strade normali, 80-100 km/h in autostrada)

Uno dei più grandi problemi per chi guida in Giappone sono i parcheggi. In Giappone non si parcheggia lungo le strade, l’auto si lascia solo nei parcheggi autorizzati, in genere piccoli lotti da 10 o 20 posti auto disseminati fra i palazzi. Mettetevi già nell’ordine delle idee che i parcheggi sono spesso introvabili e quasi sempre a pagamento, con costi molto elevati soprattutto nelle grandi città. Oltre a ciò la guida nel Sol Levante non presenta particolari problemi: gli automobilisti giapponesi sono piuttosto accomodanti e disciplinati.

Le autostrade sono a pagamento e sono parecchio costose (sono disponibili dei pass scontati presso gli uffici di noleggio che consentono di risparmiare qualcosa), così come alcune tratte panoramiche e tunnel. La segnaletica segue gli standard internazionali e non lascia quindi spazio a fraintendimenti, tra l’altro nelle grandi città la segnaletica è spesso bilingue. Le automobili dispongono quasi tutte del cambio automatico.

 

NOLEGGIARE UN’AUTO

Chi è stato in Giappone ha notato sicuramente una marea di auto piccole e poco rumorose e di furgoncini minuscoli mai viste in altri paesi, ovvero le cosiddette kei car. Si tratta di auto con una cilindrata massima di 660 cc e quindi poco potenti, ma che possono circolare in autostrada, e sono identificate da una targa gialla.

Vi consiglio questa tipologia di auto se viaggiate da soli o siete in due, se siete un gruppo eviterei perché non riuscirete mai a farci stare tutti i bagagli. Per il resto vedrete circolare anche auto simili a quelle europee, per quanto generalmente di misura ridotta. I suv in particolare non sono molto diffusi, ma capita di vederne.

Per cercare le offerte migliori potete usare i comparatori come Booking.com oppure potete andare direttamente sui siti delle compagnie, tra le quali vi suggerisco Times Car Rental, Auto Europe ed Europcar. Se invece preferite noleggiare un’auto una volta arrivati in Giappone (opzione sconsigliata nei periodi di alta stagione), sappiate che la maggior parte degli uffici di noleggio si trovano presso le stazioni ferroviarie o gli aeroporti. Una particolarità è che l’auto spesso si paga a ore, e non a giorni come in Europa.