Penisola di Kunisaki

Nella parte settentrionale della prefettura di Oita si estende la Penisola Kunisaki, terra di risaie e profonde vallate che si irradiano dal Monte Futago, di foreste lussureggianti di cedri e bambù e figure divine che sembrano fondersi con la montagna. La regione è culla di una religione unica che mescola elementi del buddismo, dello shintoismo e del culto delle montagne, la cui caratteristica predominante è la presenza di sculture di pietra del Buddha.

 

COSA VEDERE

L’epicentro del culto locale è l’area di Rokugo Manzan, una zona interna e montuosa che attira escursionisti desiderosi di intraprendere i percorsi che collegano i luoghi di culto nel mezzo della foresta e fedeli praticanti dell’ascetismo. Ma questo non è l’unico motivo per visitare la penisola: nella località di Kitsuki, ad esempio, si può esplorare uno dei distretti samurai meglio conservati del Giappone.

COME ARRIVARE

Il modo più agevole per raggiungere la Penisola di Kunisaki è con l’aereo: dalle principali città giapponesi come Tokyo, Osaka e Nagoya sono disponibili voli diretti per l’aeroporto di Oita su base quotidiana, operati da compagnie low cost a prezzi convenienti. Una volta atterrati in aeroporto, potrete proseguire verso la vostra destinazione finale con le diverse linee di autobus in servizio.

Qualora vi trovaste già sull’isola di Kyushu potreste arrivarci con il treno: presso le due località più interessanti della penisola di Kunisaki, ovvero Kitsuki e Usa, fermano i treni locali e limited express della JR Nippo Line. Tale linea è inclusa in vari abbonamenti ferroviari, tra cui il Japan Rail Pass ed il Kyushu Rail Pass.

 

COME SPOSTARSI

La Penisola di Kunisaki si trova al di fuori dei classici itinerari turistici e per questo i mezzi pubblici offrono un servizio limitato. Eccezion fatta per le località di Kitsuki e Usa, accessibili sia in treno che in autobus come accennavo nel paragrafo precedente, per esplorare questa regione è necessario munirsi di un’auto. A tal proposito troverete uffici di noleggio auto nelle città di Beppu, Usa e presso l’aeroporto di Oita.

 

© immagine testata: Bernhard Scheid