L’estate giapponese ha ben poco in comune con quella italiana: se nel Belpaese questo periodo dell’anno rievoca il sole fulgido e l’effetto piacevole del calore sulla pelle, nel paese nipponico non è raro ritrovarsi sorpresi da rovesci temporaleschi o leggere pioggerelle. I mesi di giugno e luglio, nella fattispecie, sono quelli più sconsigliati per intraprendere un viaggio in Giappone: si tratta infatti del periodo della temutissima stagione delle piogge giapponese, che prende il nome di tsuyu (梅雨), un appellativo alquanto curioso che significa più o meno “pioggia delle prugne”, perché il periodo è quello della maturazione delle prugne giapponesi (梅, ume).
QUANDO E DOVE COLPISCE
Il clima del Giappone è fortemente diversificato a causa della particolare forma allungata del suo territorio. Per questo motivo, il fenomeno sopra descritto si manifesta prima o dopo a seconda della latitudine: ad Okinawa la stagione delle piogge inizia indicativamente la prima metà di maggio e si protrae fino a metà del mese successivo, nella parte centrale del paese – in cui si trovano Kyoto e Tokyo – i primi rovesci persistenti si verificano verso metà giugno e durano fino a metà/fine luglio a seconda dell’annata. Nella regione settentrionale del Tohoku, invece, la stagione delle piogge inizia leggermente in ritardo, mentre l’isola di Hokkaido non ne è affetta.
COSA FARE QUANDO PIOVE
Innanzitutto sfatiamo il mito che durante la stagione delle piogge in Giappone piove ininterrottamente, non è assolutamente vero. Anzi, vi dirò di più: stando alle statistiche fornite dal servizio meteorologico giapponese, nel momento in cui il fenomeno ha raggiunto il suo picco, le probabilità di precipitazioni su base quotidiana nella città di Tokyo si attestano intorno al 45%. E ancora, nella metà dei giorni in cui piove si tratta di precipitazioni di lieve entità, mentre nella restante metà si possono verificare acquazzoni eccezionali.
Se state visitando il Giappone durante questo periodo non disperate, ci sono comunque un sacco di cose da vedere e attività da fare al chiuso per sfruttare al massimo il tempo a disposizione. A seconda di dove vi trovate potete visitare musei o acquari, fare un po’ di shopping nei centri commerciali, spassarvela nelle sale giochi, ammirare gli scorci poetici creati dalla pioggia, ma soprattutto concedervi un bel bagno caldo in un onsen e vivere una magica esperienza, magari in una vasca all’aperto a contatto con la natura.
IL TERU TERU BOZŪ
Il modo tipico di esorcizzare l’uggioso periodo della stagione delle piogge in Giappone è quello di appendere fuori dalle finestre, o in prossimità degli spazi esterni delle abitazioni, una sorta di amuleto scaccia pioggia detto teru teru bozū. La parola “teru” in giapponese significa “risplendere” e “bozū” è il nome con cui vengono chiamati i monaci buddisti al quale richiama esteticamente la singolare bambolina.
La tradizione folcloristica vuole che i bambini, il giorno prima di partire per una gita scolastica o fare un picnic con la famiglia, costruiscano e appendano il teru teru bozū a cui affidano il compito di allontanare il maltempo. L’uso deriverebbe dalla sua capacità di impaurire Amefushi, lo spirito della pioggia. Amefushi è considerato nemico dei bambini perché impedisce loro di andare a giocare all’aperto, anche se in realtà non è cattivo; ha solo bisogno di sentirsi accettato dai bambini con i quali vorrebbe giocare, ma visto che porta la pioggia viene sempre allontanato. Per tale motivo, si vendica facendo dispetti a chi lo ha cacciato.
Teru teru bozū appesi al soffitto – c. commons: Roger Walch/Flickr.com
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